Il surplus commerciale dell’Italia supera i 100 miliardi di dollari.

L’Italia ha chiuso il primo trimestre del 2019 mantenendo le stesse tendenze del 2018 e degli anni precedenti. Ovvero registrando un surplus commerciale manifatturiero con l’estero in aumento del 2% rispetto all’anno precedente. Con un valore di più di 100 miliardi di dollari si conferma il ruolo di punta del nostro Paese nell’industria mondiale. Per il decimo anno consecutivo da quando l’International Trade Centre ha iniziato le sue ricerche statistiche, l’Italia si conferma la medaglia d’argento (rispetto al territorio UE) in competitività nel commercio mondiale, dopo la Germania.

Si conferma tra i primi posti nell’esportazione sia per alcuni prodotti storici della produzione italiana, sia per alcune nuove tendenze. Riassumendo le prime posizioni conquistate dalle nostre aziende. l’Italia si trova prima nell’abbigliamento, seconda nel tessile, nel settore elettrodomestici, e nella produzione di manufatti vari (gioielleria, occhiali, articoli in plastica) e mezzi di trasporto, terza nella metallurgia, concia ed articoli di minerali non metalliferi. Sulla nostra bilancia commerciale pesa invece in negativo, per lo più il petrolio e l’acquisto di fornitura elettrica.

“Nel complesso l’export si conferma la componente più dinamica della nostra economia: le nostre imprese fanno bene in settori a medio-alta tecnologia, oltre che nell’alimentare e nella moda”, commenta Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo economico.

Ma cos’è il surplus commerciale?

In economia il surplus commerciale è un indicatore della bilancia commerciale. È un valore della contabilità nazionale che rappresenta il risultato del totale delle esportazioni a cui vengono sottratte le importazioni di merci. È considerato in attivo quando il risultato della sottrazione è positiva, e viceversa si considera un valore passivo se il risultato della sottrazione risulta essere negativo.

Esportare più di quanto si importa significa attrarre un quantitativo monetario maggiore di quanto ne esca dal paese, contribuendo a stabilizzare l’economia italiana ed innescare una catena positiva di nuova produttività.

Il surplus commerciale dell’Italia:

Nonostante la povertà di materie prime del nostro Paese, la maggioranza degli scambi che l’Italia ha con l’estero non riguardo questi beni, ma i lavorati e semilavorati.

In un periodo economico che vede stagnare gli scambi commerciali tra nazioni e che vede rialzarsi i venti del protezionismo, il “Made in Italy” vince le sue scommesse. Puntando sulla qualità invece che la quantità, di beni a domanda rigida, ovvero che trovano sempre mercato, le nostre aziende stanno ottenendo grandi risultati d’esportazione.

I numeri delle esportazioni italiane sono da ascriversi sia ai paesi Ue che extra Ue.

Quali sono i Paesi che più hanno importato “Made in Italy”?

I Paesi che hanno importato beni di origine italiana hanno anche registrato un aumento delle importazioni del tricolore rispetto all’anno precedente, e sono rispettivamente:

  • Russia (+19,3);
  • Spagna (+10,2%);
  • Stati uniti (+9,8%);
  • Giappone (+9,6%);
  • Cina (+6,4%);
  • Germania (+3,8%).

Quali sono i prodotti più esportati dall’Italia?

I prodotti che più hanno contribuito all’aumento del valore dell’esportazione italiana nei primi mesi del 2019 sono stati:

  • articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+16%);
  • autoveicoli (+11,3%);
  • sostanze e prodotti chimici (+9%);
  • metalli di base e prodotti di metallo, esclusi macchine ed impianti (+8,7%);
  • prodotti alimentari e bevande (+7,5%).

 Fonti: Istat, TheGlobalEconomy.

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